Le Donnole del rabbi
Compassione e misericordia nell'ebraismo
Pubblicazione:
10 ottobre 2016
Edizione:
1
Pagine:
64
Collana:
P9 Lampi
Confezione: e-book
EPUB
- Filigrana digitale
EAN: 9788810962169
9788810962169
Descrizione
Il grande Rabbi Yehudah soffrì per tredici anni poiché non aveva avuto compassione di un vitello portato al mattatoio. Ma poi fu risanato perché, citando un salmo sulla misericordia, salvò delle piccole donnole.
Perché la compassione si dispieghi occorre che trovi almeno tre compagni di cammino. Ci deve essere sommovimento di viscere, vera vicinanza e la presenza di un positivo senso di colpa. Se siamo impassibili e guardiamo con distacco la sofferenza altrui, il cuore non è mosso a compassione e restiamo freddi, non siamo compassionevoli perché nessuno può essere coinvolto se resta distante.
Una riflessione su tre radici verbali della lingua ebraica consente di approfondire il tema. La prima è connessa alle viscere o più specificatamente all’utero, la seconda all’abitare e la terza è legata a un’ambivalenza profonda poiché significa tanto pentirsi quanto consolare. Se non si avverte come sperequazione inaccettabile e ingiustificata il confronto tra la propria salute e la malattia altrui, tra la propria pienezza e la mancanza inscritta nella vita del nostro prossimo, tra la propria gioia e la tristezza dell’altro, tra la propria fiducia e l’altrui disperazione non si è mossi ad autentica compassione.
Perché la compassione si dispieghi occorre che trovi almeno tre compagni di cammino. Ci deve essere sommovimento di viscere, vera vicinanza e la presenza di un positivo senso di colpa. Se siamo impassibili e guardiamo con distacco la sofferenza altrui, il cuore non è mosso a compassione e restiamo freddi, non siamo compassionevoli perché nessuno può essere coinvolto se resta distante.
Una riflessione su tre radici verbali della lingua ebraica consente di approfondire il tema. La prima è connessa alle viscere o più specificatamente all’utero, la seconda all’abitare e la terza è legata a un’ambivalenza profonda poiché significa tanto pentirsi quanto consolare. Se non si avverte come sperequazione inaccettabile e ingiustificata il confronto tra la propria salute e la malattia altrui, tra la propria pienezza e la mancanza inscritta nella vita del nostro prossimo, tra la propria gioia e la tristezza dell’altro, tra la propria fiducia e l’altrui disperazione non si è mossi ad autentica compassione.
Sommario
I. Le donnole del rabbi. II. L’arcipelago della misericordia. III. La prossimità di Dio. IV. La «consolazione del Signore».
Note sull'autore
Piero Stefani insegna Ebraismo alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Milano). Collabora stabilmente con il Centro «Cardinal Bea» per gli Studi Giudaici della Pontificia Università Gregoriana di Roma ed è coordinatore del comitato scientifico di Biblia, associazione laica di cultura biblica. Per EDB ha pubblicato L’esodo della Parola. La Bibbia nella cultura dell’Occidente (2014) Volti di cenere. L’espropriazione del corpo nei campi di sterminio (2015).